Salviamo le
antiche tradizioni
Da appassionato cultore delle tradizioni venete e da ancor più
appassionato tifoso della voga alla veneta e del mondo
affascinante delle regate veneziane, assisto all'ennesima
arlecchinata di cui l'Italia e la Venezia attuali sono ormai
maestre indiscusse.
Alludo alla farsesca vicenda del maialino
, che i "luganegheri" di Venezia regalano come da
inveterata consuetudine ai quarti classificati nella Regata
Storica. Chi si prendesse la briga, come ho fatto io, di leggere
attentamente i trafiletti apparsi sulla stampa locale, riportanti
le esternazioni sull'argomento di prestigiosi nomi del gotha
locale, contesse col birignao e frustrati animal-ambientalisti,
potrebbe trarne utilissimi insegnamenti per comprendere come mai
Venezia sia destinata alla fine proprio per mano di chi dovrebbe
reggerne le sorti.
Il maialino è divenuto la
trasparente metafora dell'incapacità ormai consolidata di
collocare nella loro esatta gerarchia i valori fondamentali
dell'esistenza. E' paradossalmente considerata una battaglia di
civiltà quella volta ad impedire che vengano regalati animali ai
vincitori di una competizione sportiva, in nome di un diritto alla
vita che si è invece stranamente pronti a comprimere
inesorabilmente e senza il minimo rimorso allorché non di animali
si tratti, ma di bambini non ancora nati.A quando l'avvio della
campagna, magari con connessi scioperi della fame, per far
chiudere nelle fiere i baracconi dove si danno in premio
pesciolini rossi, povere bestie sofferenti vittime della
cattiveria umana?
Sono pienamente d'accordo con il Sig. Benito Vignotto: la sua
lettera è finalmente esemplare del pensiero di una persona
saggia, intelligente ed equilibrata. Che aspetta chi ha ancora un
po' di sale in zucca a scrollarsi di dosso tutta questa fastidiosa
compagine intellettual-animalista, vera piaga biblica destinata
ahinoi ad affliggerci senza possibilità di difesa alcuna?
E' ora di smetterla con i Soloni, pronti a versare lacrime di
coccodrillo sulla pietosa sorte di un lattonzolo e subito dopo a
riempirsi le inclite pance nei migliori ristoranti, divorando le
saporite carni di più sfortunati colleghi del maialino
dei regatanti! Continuando di questo passo, assisteremo presto a
furiose contese per l'abolizione di soppresse, salami e
prosciutti, frutto della violenza perpetrata ai danni di indifese
creature.
Attenzione, amanti delle costicine e delle grigliate miste,
finché potete sfogatevi: si arriverà al giorno in cui i maiali
verranno usati solo come animali d'affezione, allevati in fattorie
"non violente" per apprezzarne non già le carni, ma la
consolante compagnia (a mio avviso peraltro di sicuro più
gratificante e significativa di quella dei difensori del maialino
veneziano)!Solo una società profondamente smarrita può
riconoscersi nel maiale: ricordate "Il signore delle
mosche"? Una testa di maiale viene adorata come divinità.
Allora invito chi condivide la mia opinione a farsi energicamente
sentire: non si rinunci ad una bella tradizione solo in nome di
malintesi principi di civiltà (e si tireranno in ballo anche la
democrazia ed il pluralismo!).
I maiali abbiano il posto che a loro compete: dopo essere stati
amorevolmente allevati con mangimi sani in ambienti confortevoli,
atti a migliorane la qualità delle carni, concludano la loro
utile vita nel modo migliore. Nelle mani del norcino. Un cordiale
saluto a tutti i regatanti e vinca il migliore: io sarò comunque
a tifare in Canalazzo!
Enrico Nicoletto
Padova