Venerdì, 23 Agosto 2002

da IL GAZZETTINO ON-LINE


 
Salviamo le antiche tradizioni
 
Salviamo le antiche tradizioni

Da appassionato cultore delle tradizioni venete e da ancor più appassionato tifoso della voga alla veneta e del mondo affascinante delle regate veneziane, assisto all'ennesima arlecchinata di cui l'Italia e la Venezia attuali sono ormai maestre indiscusse.

Alludo alla farsesca vicenda del maialino , che i "luganegheri" di Venezia regalano come da inveterata consuetudine ai quarti classificati nella Regata Storica. Chi si prendesse la briga, come ho fatto io, di leggere attentamente i trafiletti apparsi sulla stampa locale, riportanti le esternazioni sull'argomento di prestigiosi nomi del gotha locale, contesse col birignao e frustrati animal-ambientalisti, potrebbe trarne utilissimi insegnamenti per comprendere come mai Venezia sia destinata alla fine proprio per mano di chi dovrebbe reggerne le sorti.

Il maialino è divenuto la trasparente metafora dell'incapacità ormai consolidata di collocare nella loro esatta gerarchia i valori fondamentali dell'esistenza. E' paradossalmente considerata una battaglia di civiltà quella volta ad impedire che vengano regalati animali ai vincitori di una competizione sportiva, in nome di un diritto alla vita che si è invece stranamente pronti a comprimere inesorabilmente e senza il minimo rimorso allorché non di animali si tratti, ma di bambini non ancora nati.A quando l'avvio della campagna, magari con connessi scioperi della fame, per far chiudere nelle fiere i baracconi dove si danno in premio pesciolini rossi, povere bestie sofferenti vittime della cattiveria umana?

Sono pienamente d'accordo con il Sig. Benito Vignotto: la sua lettera è finalmente esemplare del pensiero di una persona saggia, intelligente ed equilibrata. Che aspetta chi ha ancora un po' di sale in zucca a scrollarsi di dosso tutta questa fastidiosa compagine intellettual-animalista, vera piaga biblica destinata ahinoi ad affliggerci senza possibilità di difesa alcuna?

E' ora di smetterla con i Soloni, pronti a versare lacrime di coccodrillo sulla pietosa sorte di un lattonzolo e subito dopo a riempirsi le inclite pance nei migliori ristoranti, divorando le saporite carni di più sfortunati colleghi del maialino dei regatanti! Continuando di questo passo, assisteremo presto a furiose contese per l'abolizione di soppresse, salami e prosciutti, frutto della violenza perpetrata ai danni di indifese creature.

Attenzione, amanti delle costicine e delle grigliate miste, finché potete sfogatevi: si arriverà al giorno in cui i maiali verranno usati solo come animali d'affezione, allevati in fattorie "non violente" per apprezzarne non già le carni, ma la consolante compagnia (a mio avviso peraltro di sicuro più gratificante e significativa di quella dei difensori del maialino veneziano)!Solo una società profondamente smarrita può riconoscersi nel maiale: ricordate "Il signore delle mosche"? Una testa di maiale viene adorata come divinità. Allora invito chi condivide la mia opinione a farsi energicamente sentire: non si rinunci ad una bella tradizione solo in nome di malintesi principi di civiltà (e si tireranno in ballo anche la democrazia ed il pluralismo!).

I maiali abbiano il posto che a loro compete: dopo essere stati amorevolmente allevati con mangimi sani in ambienti confortevoli, atti a migliorane la qualità delle carni, concludano la loro utile vita nel modo migliore. Nelle mani del norcino. Un cordiale saluto a tutti i regatanti e vinca il migliore: io sarò comunque a tifare in Canalazzo!

Enrico Nicoletto

Padova